Cosa prevede la legge italiana sulla reversibilità in caso di separazione o divorzio: i chiarimenti dell’avvocato
Quando si parla di pensione di reversibilità, una delle domande più comuni riguarda il diritto dell’ex coniuge a riceverla dopo la morte dell’altro. È un tema che crea spesso confusione, soprattutto in caso di separazione o divorzio. Andiamo più nel dettaglio, e ti spiegheremo in modo pratico e semplice cosa dice la legge italiana e in quali casi di perde o mantiene il diritto di questa prestazione.
La pensione di reversibilità è un aiuto economico che l’INPS riconosce ai familiari di un pensionato deceduto. È un modo per garantire una certa sicurezza a chi resta, soprattutto se economicamente dipendente dal partner scomparso.
Tra le persone che possono riceverla ci sono:
Ma cosa succede se la coppia si è lasciata? La risposta cambia in base a come è finita la relazione: separazione o divorzio non sono la stessa cosa agli occhi della legge.
Se due persone si separano, il coniuge superstite mantiene il diritto alla pensione di reversibilità, anche se è stato giudicato colpevole della fine del matrimonio. Questo è stato chiarito dalla Corte Costituzionale con una sentenza importante (n. 286 del 1987).
In pratica, non importa chi ha causato la separazione: ciò che conta è che il legame giuridico tra i due non sia stato completamente sciolto. La separazione, infatti, non mette fine al matrimonio, ma lo sospende. Per questo motivo, in caso di morte del partner, la pensione può essere riconosciuta comunque.
Quindi:
Il discorso è diverso per chi è divorziato. In questo caso, il matrimonio è completamente finito e non c’è più un vincolo legale tra i due.
Tuttavia, la legge riconosce il diritto alla pensione di reversibilità solo se ci sono due condizioni precise:
Questo è stato confermato anche dalla Corte di Cassazione (ordinanza n. 10291 del 18 aprile 2023). Inoltre, la Cassazione ha spiegato che l’assegno dev’essere vero, concreto, e non solo simbolico o formale. Serve cioè a garantire un aiuto reale, non può essere solo una cifra simbolica per “fare presenza”.
Se una di queste due condizioni non è rispettata, l’ex coniuge non può ricevere la pensione.
Vediamo ora alcuni esempi per capire meglio come funziona nella pratica.
Caso 1 – Separazione Senza Addebito
Maria e Luca si separano consensualmente senza addebito. Alla morte di Luca, Maria ha diritto alla pensione di reversibilità, in quanto la separazione non preclude tale diritto, come stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 286 del 1987.
Caso 2 – Separazione con Addebito
Gianni viene ritenuto responsabile della fine del matrimonio con Laura. Alla morte di Laura, Gianni non ha diritto alla pensione di reversibilità, in quanto la separazione con addebito non esclude il diritto alla pensione, come stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 286 del 1987.
Caso 3 – Divorzio con Assegno Divorzile
Francesca e Carlo divorziano. Francesca riceve un assegno divorzile e non si risposa. Alla morte di Carlo, Francesca ha diritto alla pensione di reversibilità, in quanto soddisfa le condizioni previste dalla legge, come stabilito dalla Corte di Cassazione nell'ordinanza n. 10291 del 18 aprile 2023.
Ecco i punti fondamentali da tenere a mente:
Hai dubbi? Chiedi una consulenza legale
Se sei separato o divorziato e vuoi sapere se ti spetta la pensione di reversibilità, parla con un professionista. Le leggi possono essere complesse, e ogni storia è unica.
Contattaci per fissare un appuntamento con il nostro studio legale: ti aiuteremo a capire i tuoi diritti in modo chiaro e concreto.
Avv. Marco Panato, avvocato del Foro di Verona e Dottore di Ricerca in Diritto ed Economia dell’Impresa – Discipline Interne ed Internazionali - Curriculum Diritto Amministrativo (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Verona).
E' autore di pubblicazioni scientifiche in materia giuridica, in particolare nel ramo del diritto amministrativo. Si occupa anche di docenza ed alta formazione.