Le infezioni contratte in ospedale, definite tecnicamente "infezioni nosocomiali", rappresentano oggi uno dei rischi più sottovalutati in ambito sanitario. Sebbene la sicurezza delle cure sia un diritto fondamentale del paziente, purtroppo ancora troppe strutture sanitarie presentano carenze nella prevenzione e gestione di queste complicazioni, con conseguenze drammatiche per chi ne è vittima. Tra i casi più frequenti troviamo la sepsi, l'infezione da MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina) e le infezioni chirurgiche post-operatorie. Ogni anno, migliaia di pazienti subiscono gravi danni o addirittura perdono la vita a causa di infezioni ospedaliere prevenibili, configurando chiari casi di responsabilità medica e diritto al risarcimento.
Come recita il brocardo latino "primum non nocere" (anzitutto non arrecare danno), la prevenzione delle infezioni nosocomiali dovrebbe essere una priorità assoluta per ogni struttura sanitaria. Tuttavia, secondo recenti statistiche del Ministero della Salute (Rapporto ISS 2024), circa il 7-10% dei pazienti ricoverati contrae un'infezione durante la degenza. In particolare, le infezioni chirurgiche rappresentano circa il 20% delle infezioni ospedaliere totali e spesso derivano da inadeguata sterilizzazione degli strumenti, mancato rispetto dei protocolli igienici o errori durante le procedure invasive. Il batterio MRSA è tra i più temuti: resistente agli antibiotici comuni, può provocare gravi infezioni cutanee, polmonari o sistemiche come la sepsi, potenzialmente fatale se non trattata tempestivamente.
La giurisprudenza recente ha rafforzato la tutela dei pazienti vittime di infezioni nosocomiali. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6386 del 28 febbraio 2023, ha ribadito che la struttura sanitaria risponde direttamente delle infezioni contratte dai pazienti durante il ricovero, in virtù di una responsabilità di tipo contrattuale ai sensi dell'art. 1218 del Codice Civile. Ciò implica che, una volta provata la contrazione dell'infezione durante il ricovero, spetta all'ospedale dimostrare di aver adottato tutte le misure preventive necessarie per evitarla, esonerandosi così dalla responsabilità. In mancanza di tale prova, il paziente ha pieno diritto al risarcimento integrale di tutti i danni subiti, siano essi biologici, patrimoniali o morali.
La Cassazione civile, con ordinanza n. 28991 del 14 ottobre 2022, ha chiarito inoltre che il paziente ha diritto a un risarcimento completo non solo per i danni fisici subiti (ad esempio, complicanze di una sepsi che comportano invalidità permanente), ma anche per le sofferenze psicologiche ed esistenziali conseguenti all'infezione ospedaliera. Infatti, l'impatto di tali complicanze può essere devastante, determinando invalidità permanenti, ricoveri prolungati e sofferenze che incidono profondamente sulla qualità di vita.
Dal punto di vista pratico, chi sospetta di aver contratto un'infezione nosocomiale deve raccogliere tutta la documentazione medica relativa al ricovero, ai trattamenti effettuati e alle condizioni igieniche della struttura sanitaria. La consulenza medico-legale è essenziale per dimostrare il nesso causale tra l'infezione e le negligenze della struttura sanitaria, oltre a quantificare i danni subiti. La legge italiana (Legge Gelli-Bianco 24/2017) prevede inoltre che ogni struttura sanitaria abbia una copertura assicurativa obbligatoria per i danni derivanti da responsabilità medica, il che facilita il recupero del risarcimento dovuto ai pazienti.
Dal punto di vista letterario, possiamo ricordare quanto scrisse Thomas Mann: "La malattia rende l'uomo più sensibile, più cosciente di sé e del proprio destino". Ed è proprio questa sensibilità che il diritto deve tutelare con forza, garantendo giustizia e riparazione a chi, oltre alla malattia, ha subito anche il peso di un danno ingiusto provocato da negligenze ospedaliere.
In conclusione, le infezioni ospedaliere non devono essere accettate passivamente: la legge e la giurisprudenza offrono oggi strumenti efficaci per ottenere giustizia e risarcimento. Affidarsi a professionisti esperti nella responsabilità medica significa poter affrontare questo delicato percorso con la certezza di vedere pienamente tutelati i propri diritti.
Avv. Marco Panato, avvocato del Foro di Verona e Dottore di Ricerca in Diritto ed Economia dell’Impresa – Discipline Interne ed Internazionali - Curriculum Diritto Amministrativo (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Verona).
E' autore di pubblicazioni scientifiche in materia giuridica, in particolare nel ramo del diritto amministrativo. Si occupa anche di docenza ed alta formazione.