Appalti pubblici tra IA e diritto: cosa cambiano le ultime sentenze per le PA e gli studi legali. Novità su trasparenza, CIG e compliance GDPR.
Negli ultimi mesi, due sentenze chiave hanno acceso i riflettori su un tema che unisce diritto, innovazione tecnologica e organizzazione amministrativa: l’uso dell’intelligenza artificiale negli appalti pubblici e la qualificazione giuridica degli incarichi legali affidati dalla PA.
Da un lato, il TAR Lazio, con la sentenza n. 4546/2025, ha aperto al ricorso all’IA nella fase di predisposizione e valutazione delle gare; dall’altro, il Consiglio di Stato, sent. n. 2776/2025, ha stabilito che anche gli incarichi fiduciari agli avvocati sono appalti pubblici di servizi, pur “esclusi” dalle gare formali. Ma cosa significano davvero queste decisioni per chi opera nella pubblica amministrazione e per chi offre servizi legali o tecnologici? E come prepararsi, senza inciampare nel GDPR o nell’AI Act?
Con la sentenza n. 4546/2025, il TAR Lazio ha riconosciuto la legittimità dell’uso di strumenti di intelligenza artificiale nei processi di progettazione, valutazione automatizzata e monitoraggio degli appalti pubblici, a patto che siano rispettati i seguenti requisiti:
Trasparenza dell’algoritmo utilizzato nella valutazione;
Controllabilità umana dei risultati automatici (principio di supervisione umana previsto anche dall’AI Act);
Compatibilità con il GDPR, con particolare attenzione a minimizzazione dei dati, accountability e valutazione d’impatto.
In sostanza: sì all’IA, ma solo se accountable e trasparente. Non è ammesso alcun “black box effect” nella selezione dei fornitori o nella valutazione delle offerte.
Il Consiglio di Stato, nella sentenza 2776/2025, ha stabilito che anche gli incarichi legali conferiti fiduciariamente dalle PA (come il patrocinio in giudizio) rientrano nella categoria degli appalti pubblici, pur se “esclusi” dall’obbligo di gara ex art. 56 del D.Lgs. 36/2023.
Cosa comporta concretamente?
Obbligo di acquisire il CIG (Codice Identificativo Gara) anche per incarichi legali;
Versamento del contributo ANAC;
Vigilanza estesa dell’ANAC, anche su incarichi di modesto valore o urgenza;
Necessità di tracciabilità dell’affidamento, anche se non è obbligatorio il bando.
Questa decisione solleva dubbi nella comunità forense, perché sacrifica l’intuitus personae, cioè la libertà di scelta dell’avvocato basata su fiducia e competenza specifica, in favore di una logica formalizzata e standardizzata.
Se lavori in una Pubblica Amministrazione
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Formalizza anche gli incarichi legali con atti di affidamento che includano:
Opportunità e rischi: un nuovo equilibrio pubblico-privato
L’uso dell’intelligenza artificiale negli appalti apre nuovi spazi di efficienza e automazione, ma impone anche responsabilità legale sui dati e sull’equità algoritmica. Allo stesso tempo, la giurisprudenza sul patrocinio legale rischia di rendere troppo burocratica una funzione basata su fiducia e libertà.
Opportunità:
Digitalizzazione dei processi di affidamento;
Maggiore concorrenza e trasparenza;
Incentivo alla qualità nella selezione legale e tecnologica.
Rischi:
Over-compliance e rallentamenti procedurali;
Disincentivo per avvocati esperti a lavorare con le PA;
Appiattimento qualitativo nella scelta dei fornitori IA o legali.
È probabile che nei prossimi mesi:
Che tu sia un dirigente pubblico o un professionista freelance, prepararsi al nuovo scenario degli “appalti IA” e degli “incarichi legali pubblici” non è più opzionale. Significa:
Rivedere le policy GDPR e AI compliance;
Accettare una nuova trasparenza nei rapporti professionali con le PA;
Saper dialogare con regole nate per gli appalti di forniture, ma applicate oggi anche al sapere giuridico e al software.
Se vuoi conoscere questo e tanto altro, contattaci e ti guideremo passo dopo passo.
Avv. Marco Panato, avvocato del Foro di Verona e Dottore di Ricerca in Diritto ed Economia dell’Impresa – Discipline Interne ed Internazionali - Curriculum Diritto Amministrativo (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Verona).
E' autore di pubblicazioni scientifiche in materia giuridica, in particolare nel ramo del diritto amministrativo. Si occupa anche di docenza ed alta formazione.