Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Studio Legale MP - Verona logo
Incidenti Stradali 2025 e risarcimento. Novità su Buche, Concorso di Colpa e Monopattini. - Studio Legale MP - Verona

Dalle più recenti sentenze della Cassazione alle nuove regole per i monopattini: un'analisi legale approfondita per tutelare i tuoi diritti e ottenere il giusto risarcimento.

 

 

Introduzione: Il Principio del Neminem Laedere e il Mutevole Scenario della Responsabilità Stradale

 

Alla base di ogni ordinamento giuridico civile risiede un principio tanto antico quanto fondamentale, scolpito nel diritto romano e trasfuso nel nostro codice: neminem laedere, ovvero il dovere di non recare danno ad altri. Questo precetto, che trova la sua massima espressione normativa nell'articolo 2043 del Codice Civile, costituisce la pietra angolare di qualsiasi azione volta a ottenere il risarcimento per un fatto illecito. Tuttavia, l'applicazione di tale principio nell'ambito della circolazione stradale è tutt'altro che statica; si evolve costantemente, modellata da una giurisprudenza sempre più attenta a bilanciare le responsabilità dei soggetti coinvolti.  

 

 

In questo complesso scenario, emerge una dialettica profonda, quasi filosofica, che William Shakespeare ha magistralmente catturato nel suo Giulio Cesare: "Gli uomini in certi momenti sono padroni del loro destino; la colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma nei nostri vizi". Questa citazione letteraria offre una metafora potente per comprendere la moderna giurisprudenza in materia di sinistri stradali. L'incidente è frutto del "destino" – una buca imprevedibile, la manovra azzardata di un altro conducente – oppure dei "nostri vizi", ovvero della nostra disattenzione, imprudenza o negligenza?  

 

 

La risposta che le Corti forniscono oggi è sempre più sfumata e rigorosa. Questo articolo si propone di analizzare le più recenti e significative evoluzioni giurisprudenziali e normative, con l'obiettivo di fornire una guida chiara e tecnicamente precisa per chiunque si trovi a dover affrontare le conseguenze di un sinistro. Esploreremo tre aree cruciali: 

La responsabilità oggettiva degli enti pubblici per i danni causati da difetti del manto stradale, alla luce dei più recenti arresti della Corte di Cassazione.

Il ruolo sempre più decisivo della condotta del danneggiato (il concorso di colpa) nel determinare l'entità, o persino l'esistenza, del diritto al risarcimento.

La rivoluzione normativa che, a partire dal 2025, riscrive le regole per la circolazione dei monopattini elettrici, colmando un pericoloso vuoto legislativo.

 

Sezione 1: La Responsabilità da Cose in Custodia: L'Onere della Prova per Danni da Manto Stradale (Art. 2051 c.c.)

 

Quando un sinistro è causato da una buca, una grata dissestata o un'altra anomalia del manto stradale, la norma di riferimento non è più, come in passato, la generica responsabilità per fatto illecito, bensì la più stringente disciplina della responsabilità da cose in custodia, prevista dall'articolo 2051 del Codice Civile. Secondo tale articolo, "Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito".  

Questo inquadramento giuridico ha conseguenze pratiche di enorme rilievo per il danneggiato. La giurisprudenza consolidata ha infatti chiarito che, per ottenere il risarcimento, il soggetto leso ha l'onere di provare esclusivamente due elementi: l'esistenza del danno subito e il nesso causale (o nesso eziologico) tra la condizione anomala della strada e il danno stesso. In altre parole, è sufficiente dimostrare che la caduta o l'incidente sono stati una conseguenza diretta di quella specifica buca o depressione.  

Questo approccio segna il definitivo superamento della vecchia e più gravosa teoria dell' "insidia o trabocchetto", secondo la quale il danneggiato doveva anche dimostrare che il pericolo era "occulto", ovvero non visibile e non prevedibile con l'ordinaria diligenza. Oggi, la responsabilità dell'ente custode (solitamente il Comune) sorge per il solo fatto di avere la strada sotto il proprio controllo e potere di intervento, a prescindere dalla sua estensione o dalla visibilità del pericolo.  

L'unica via di scampo per l'ente è la prova del "caso fortuito": un evento esterno, imprevedibile e inevitabile, tale da interrompere il nesso causale tra la cosa e il danno. Le più recenti pronunce della Corte di Cassazione hanno ulteriormente cristallizzato questi principi:  

Con l'Ordinanza n. 11060 del 24 aprile 2024, la Suprema Corte ha ribadito che la responsabilità oggettiva ex art. 2051 c.c. si applica pienamente ai beni demaniali, come le strade pubbliche, anche in relazione a pericoli derivanti da pertinenze quali grate o caditoie d'acqua.  

Ancora più esplicita è l'Ordinanza n. 18518 del 8 luglio 2024, relativa a un sinistro mortale causato da una depressione di 8 cm nel manto stradale. In questa sede, la Corte ha affermato il principio di diritto secondo cui il danneggiato deve provare unicamente la derivazione del danno dalla cosa in custodia, e non anche la propria assenza di colpa.  

Tuttavia, questa apparente semplificazione dell'onere probatorio per la vittima nasconde una complessità crescente. Poiché la difesa dell'ente custode si fonda quasi esclusivamente sulla dimostrazione del caso fortuito, il dibattito processuale si è spostato in modo massiccio sull'analisi di quale sia l'evento in grado di interrompere il nesso causale. E, come vedremo, la giurisprudenza ha individuato proprio nella condotta colposa del danneggiato il più frequente e rilevante "caso fortuito".

 

Sezione 2: Il Fatto Colposo del Danneggiato: Il Principio di Autoresponsabilità come Criterio Decisivo (Art. 1227 c.c.)

Se l'articolo 2051 c.c. stabilisce la regola della responsabilità del custode, l'articolo 1227 c.c. introduce la sua più importante eccezione, fondata sul comportamento della vittima stessa. Questa norma prevede un duplice effetto:

Comma 1 (Concorso di colpa): Se il fatto colposo del danneggiato ha concorso a cagionare il danno, il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa e l'entità delle conseguenze.  

Comma 2 (Danno evitabile): Il risarcimento non è dovuto per i danni che il danneggiato avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza.

La giurisprudenza moderna ha elevato questo principio a pilastro del sistema di responsabilità civile, fondandolo su un dovere di autoresponsabilità che trova le sue radici nell'articolo 2 della Costituzione, che impone a tutti i cittadini l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà sociale, tra cui rientra quello di non aggravare le conseguenze di un illecito altrui e di prestare attenzione alla propria incolumità.  

L'implicazione è dirompente: una condotta gravemente negligente, anormale o imprevedibile da parte della vittima può essere qualificata essa stessa come il "caso fortuito" che spezza il nesso causale e libera completamente il custode dalla responsabilità ex art. 2051 c.c.. La massima è chiara: quanto più una situazione di pericolo è prevedibile e superabile con normali cautele, tanto più decisiva diventa l'efficienza causale del comportamento imprudente del danneggiato.  

L'analisi di alcune recenti sentenze della Cassazione illustra perfettamente questa tendenza a un'indagine quasi forense dei comportamenti individuali:

Cass. Civ., Sez. III, n. 8306 del 27/03/2024: In un caso di incidente mortale causato da un copertone abbandonato sulla carreggiata, la Corte ha stabilito che il giudice di merito deve tassativamente valutare l'incidenza causale di condotte specifiche della vittima, come il trasporto di un passeggero su un ciclomotore non omologato o l'omesso uso del casco. Non si tratta di "colpevolizzare" la vittima, ma di ricostruire con precisione l'eziologia del danno.  

 

Cass. Civ., Sez. III, n. 14791 del 27/05/2024: Questa ordinanza ha affermato un principio di eccezionale importanza: non è necessaria una collisione materiale tra veicoli per configurare un concorso di colpa. Nel caso di specie, un'autovettura aveva effettuato una svolta a sinistra senza la dovuta prudenza, costringendo un motociclista in fase di sorpasso a una manovra d'emergenza che ne causava la caduta mortale. La Cassazione ha stabilito che la manovra imprudente dell'automobilista è stata una concausa dell'evento, anche in assenza di contatto, ribaltando le decisioni dei giudici di merito.  

 

Cass. Civ., Sez. III, n. 24920 del 17/09/2024: Con una decisione di grande finezza giuridica, la Corte ha affrontato il caso di un passeggero che aveva accettato un passaggio da un conducente in evidente stato di ebbrezza. Richiamando il diritto comunitario, i giudici hanno statuito che tale condotta, pur integrando un fatto colposo del danneggiato, può portare a una riduzione del risarcimento, ma mai alla sua totale esclusione. Si tratta di un bilanciamento tra il principio di autoresponsabilità e la tutela rafforzata del terzo trasportato.  

 

Emerge quindi un quadro in cui la valutazione della responsabilità non è più un'operazione meccanica, ma un'analisi comportamentale dettagliata. Diventa essenziale, per chi agisce per il risarcimento, non solo dimostrare la colpa altrui o la pericolosità della strada, ma anche e soprattutto essere in grado di difendere la propria condotta come diligente, prudente e conforme alle norme e alle circostanze del caso concreto.

 

Sezione 3: La Rivoluzione della Micromobilità: Monopattini Elettrici, tra Vuoti Normativi e la Svolta del 2025

 

L'esplosione della micromobilità, e in particolare dei monopattini elettrici, ha generato una "preoccupante escalation di incidenti" , mettendo a nudo l'inadeguatezza del quadro normativo esistente. Per anni, il legislatore ha affrontato il fenomeno equiparando, in modo imperfetto, i monopattini alle biciclette, con conseguenze giuridiche spesso insoddisfacenti sia per gli utenti che per le vittime di incidenti. Con la Legge 25 novembre 2024, n. 177, e i relativi decreti attuativi, il 2025 segna una svolta epocale, introducendo un regime giuridico specifico e rigoroso.  

 

Lo Stato Attuale (Fino al 2024): Un'Equiparazione Imperfetta

Fino alla piena entrata in vigore delle nuove norme, i monopattini elettrici sono legalmente considerati "velocipedi". Questo comporta l'applicazione dell'articolo 2054 del Codice Civile in caso di sinistro:  

Scontro con un altro veicolo: Si applica la presunzione di pari responsabilità (concorso di colpa al 50%), salvo prova contraria.  

Investimento di un pedone: La situazione si inverte drasticamente. Si applica il primo comma dell'art. 2054 c.c., con una presunzione di responsabilità totale a carico del conducente del monopattino. Quest'ultimo, per essere esonerato, deve fornire la prova rigorosa di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno e che la condotta del pedone sia stata l'unica, imprevedibile causa dell'evento.  

Il problema principale di questo regime è stata la mancanza di un obbligo assicurativo. In caso di danni a terzi, la vittima era costretta ad agire direttamente contro il conducente, spesso un privato cittadino privo di copertura e di capienza economica, rendendo il risarcimento un percorso a ostacoli.  

 

La Svolta del 2025: Le Nuove Regole del Codice della Strada

 

La nuova normativa, rispondendo a un'esigenza di sicurezza non più procrastinabile, equipara di fatto i monopattini ai ciclomotori per quanto riguarda gli obblighi fondamentali, ponendo fine all'era del "Far West" normativo. Le novità, destinate a entrare pienamente in vigore nel corso del 2025, sono radicali.  

 

 

Tabella 1: Sintesi delle Nuove Norme per Monopattini Elettrici (in vigore dal 2025)  
ObbligoDescrizione DettagliataSanzione Prevista
Assicurazione RCA

Obbligo di stipulare una polizza di Responsabilità Civile per danni a terzi, come per auto e moto.  

 

 

Multa da 100 a 400 euro.  

 

 

Targa (Contrassegno)

Contrassegno identificativo adesivo, personale e non cedibile, da esporre in modo visibile per facilitare l'identificazione.  

 

 

Multa da 100 a 400 euro.  

 

 

Casco

Obbligatorio per tutti i conducenti, a prescindere dall'età. Deve essere conforme alla norma UNI EN 1078 o 1080.  

 

 

Multa da 50 a 250 euro.  

 

 

Indicatori di Svolta e Freno

Obbligo di dotazione di frecce luminose e luci di stop su entrambe le ruote per tutti i mezzi in circolazione.  

 

 

Sanzioni da 200 a 800 euro per circolazione con mezzo non conforme.  

 

 

Limiti di Circolazione

Consentita solo su strade urbane con limite di velocità non superiore a 50 km/h. Divieto assoluto su marciapiedi e contromano.  

 

 

Multa da 50 a 250 euro per circolazione in aree non consentite.  

 

 

Divieto di Sosta

Divieto di sosta sui marciapiedi. Consentita solo negli stalli dedicati a bici, ciclomotori e motoveicoli.  

 

 

Multa da 41 a 168 euro.  

 

 

Questa riforma segna la maturazione giuridica del monopattino, che cessa di essere un oggetto a metà tra un giocattolo e un veicolo per diventare una categoria definita del trasporto urbano. L'implicazione più rilevante per la tutela dei diritti è l'introduzione dell'assicurazione obbligatoria: le vittime di incidenti causati da monopattini avranno finalmente una controparte solvibile (la compagnia assicurativa) a cui rivolgere la propria richiesta di risarcimento, con un drastico miglioramento delle prospettive di ottenere giustizia.

 

 

Conclusione: Orientarsi nella Complessità per la Tutela dei propri Diritti

Il panorama della responsabilità civile da circolazione stradale è in continua e rapida evoluzione. L'analisi delle più recenti tendenze normative e giurisprudenziali delinea un quadro chiaro, seppur complesso:

La responsabilità degli enti per la manutenzione stradale, sebbene oggettiva, viene sempre più spesso messa in discussione attraverso un'analisi minuziosa della condotta del danneggiato.

Il principio di autoresponsabilità è diventato un criterio guida per i giudici. La prudenza e il rispetto delle regole non sono solo doveri civici, ma il primo e più importante scudo legale a protezione dei propri diritti.

Il 2025 segna una svolta storica per la micromobilità, introducendo obblighi rigorosi per i monopattini elettrici che, finalmente, offrono tutele concrete ed efficaci a tutti gli utenti della strada, in particolare ai più vulnerabili.

Orientarsi in questo scenario richiede non solo la conoscenza della norma, ma anche la capacità di interpretare le sfumature di ogni singolo caso, analizzando la dinamica dei fatti, i comportamenti dei soggetti coinvolti e le più recenti interpretazioni delle Corti. La differenza tra un risarcimento equo e un diritto negato risiede spesso nella capacità di costruire un'argomentazione giuridica solida, precisa e supportata da prove inattaccabili.

Se Lei o un Suo familiare siete stati vittima di un sinistro stradale e desiderate una valutazione precisa e competente del Vostro caso, lo Studio Legale MP è a Vostra completa disposizione. Contattateci per una consulenza e per tutelare efficacemente i Vostri diritti al giusto risarcimento.

 

 

Hai bisogno di assistenza o di un preventivo?

  • 07 agosto 2025
  • Marco Panato

Autore: Avv. Marco Panato


Avv. Marco Panato -

Avv. Marco Panato, avvocato del Foro di Verona e Dottore di Ricerca in Diritto ed Economia dell’Impresa – Discipline Interne ed Internazionali - Curriculum Diritto Amministrativo (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Verona).

E' autore di pubblicazioni scientifiche in materia giuridica, in particolare nel ramo del diritto amministrativo. Si occupa anche di docenza ed alta formazione.