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Debiti personali e debiti d’impresa: il “piano del consumatore” è ammesso con debiti misti? Le ultime novità in tema di sovraindebitamento - Studio Legale MP - Verona

Sovraindebitamento e qualificazione del “consumatore”: il problema dei debiti misti

Un ex imprenditore con debiti personali e d’impresa può accedere al piano del consumatore? È una domanda sempre più frequente dopo le recenti riforme del sovraindebitamento. Il “piano del consumatore” – formalmente ristrutturazione dei debiti del consumatore ex art. 67 del Codice della Crisi e Insolvenza (CCII) – è uno strumento che consente a chi ha debiti personali di proporre un piano di pagamento ai creditori, senza bisogno del loro accordo. Al termine, se il piano è omologato dal tribunale e rispettato, il debitore ottiene l’esdebitazione e un vero fresh start. Tuttavia, la legge riserva questo strumento esclusivamente al debitore consumatore (non fallibile) e prevede procedure diverse per imprenditori, anche se piccoli.

Ma cosa succede nei casi “ibridi”, in cui la persona ha sia debiti personali che debiti derivati da una passata attività di impresa o lavoro autonomo? Questi debiti promiscui pongono un problema di qualificazione: il soggetto è consumatore o imprenditore ai fini dell’accesso alle procedure di sovraindebitamento? La distinzione non è solo teorica: da essa dipende quale procedura concorsuale è accessibile. Il piano del consumatore comporta vantaggi significativi (nessun voto dei creditori, decisione rimessa al giudice), mentre un concordato minore – destinato ai debitori non consumatori – richiede il voto favorevole dei creditori.

 

L’evoluzione normativa: favor debitoris e limiti per i debiti d’impresa

La normativa sul sovraindebitamento (Legge 3/2012, oggi nel CCII) è stata riformata per ampliare l’accesso e semplificare le procedure, nel segno del favor debitoris. Ad esempio, dal 2021 sono previsti meccanismi di esdebitazione anche per il debitore incapiente, riconoscendo che “ad impossibilia nemo tenetur”. Inoltre, il nuovo Codice della Crisi ha introdotto la procedura familiare per permettere a membri dello stesso nucleo di presentare un’unica procedura coordinata.

Tuttavia, un limite fondamentale rimane nella distinzione tra consumatore e imprenditore. La legge, anche dopo le riforme, non consente al debitore con debiti professionali o d’impresa di accedere al piano del consumatore. L’art. 2, comma 1, lett. e) CCII definisce consumatore la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale. Conta quindi lo scopo per cui i debiti sono stati assunti.

 

Cassazione 2023: linea restrittiva sui debiti promiscui

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 22699 del 26 luglio 2023, ha ribadito un orientamento restrittivo: in presenza di una debitoria mista, con debiti derivanti da una precedente attività imprenditoriale, è inammissibile l’accesso al piano del consumatore, riservato solo ai debiti consumeristici. Se i debiti hanno natura d’impresa, occorre utilizzare procedure ordinarie (concordato minore o liquidazione).

La Cassazione ha respinto il rinvio pregiudiziale della Corte d’Appello di Firenze che segnalava il rischio di vuoto di tutela per l’ex imprenditore cancellato dal Registro Imprese, non ammesso né al piano né al concordato minore. Tuttavia, ha confermato la linea tradizionale: i debiti d’impresa restano tali anche se l’attività è cessata.

Tribunali come Milano (20 ottobre 2023) e Mantova (11 ottobre 2023) hanno seguito l’orientamento restrittivo, dichiarando inammissibili piani con debiti promiscui. L’alternativa rimane la liquidazione controllata, accessibile a qualsiasi debitore.

 

Voci contrastanti in giurisprudenza: la tesi estensiva

Non tutti i giudici condividono l’impostazione rigida. La Corte d’Appello dell’Aquila (11 ottobre 2023) ha sostenuto che escludere dal piano i debitori con residui debiti d’impresa crea disparità ingiustificata. Se l’impresa è chiusa, il debitore agisce come consumatore attuale e può accedere al piano, purché inserisca tutti i debiti nel progetto.

Anche la Corte d’Appello di Torino (12 marzo 2024), il Tribunale di Reggio Emilia (13 febbraio 2023) e quello di Spoleto (23 dicembre 2022) hanno adottato letture più elastiche, consentendo in alcuni casi l’accesso al piano. Si tratta di un contrasto giurisprudenziale ancora aperto.

 

Soluzioni pratiche per l’ex imprenditore sovraindebitato

Alla luce di questo quadro:

Verificare la natura dei debiti: se prevalgono i debiti personali, si può tentare il piano del consumatore, ma con rischio di rigetto nei tribunali più rigidi.

Concordato minore: strada più sicura per debiti promiscui, con vantaggio di includere ogni tipologia di passività, ma richiede il voto dei creditori.

Liquidazione controllata: sempre possibile e aperta a tutti i sovraindebitati, anche ex imprenditori. Procedura più lunga, ma garantisce comunque esdebitazione finale.

In ogni caso, è decisivo rivolgersi ad avvocati ed OCC per valutare la strategia migliore e dimostrare la meritevolezza, requisito centrale in ogni procedura. Come ammoniva Shakespeare: “Neither a borrower nor a lender be”.

 

Conclusione: uno spiraglio di luce per il debitore onesto

La giurisprudenza attuale non è uniforme. La Cassazione privilegia la linea restrittiva, ma alcune Corti d’Appello si muovono in senso inclusivo. Probabile che in futuro saranno necessarie le Sezioni Unite o un intervento legislativo.

Per il debitore sovraindebitato il messaggio resta: non esistono situazioni senza via d’uscita. Anche quando una strada viene sbarrata, altre procedure consentono di liberarsi dai debiti e ricominciare. Come scriveva Dante: «e quindi uscimmo a riveder le stelle».

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  • 02 settembre 2025
  • Marco Panato

Autore: Avv. Marco Panato


Avv. Marco Panato -

Avv. Marco Panato, avvocato del Foro di Verona e Dottore di Ricerca in Diritto ed Economia dell’Impresa – Discipline Interne ed Internazionali - Curriculum Diritto Amministrativo (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Verona).

E' autore di pubblicazioni scientifiche in materia giuridica, in particolare nel ramo del diritto amministrativo. Si occupa anche di docenza ed alta formazione.