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Danno Medico e Risarcimento: La Rivoluzione della Tabella Unica Nazionale 2025 - Studio Legale MP - Verona

Danno Medico e Risarcimento: La Rivoluzione della Tabella Unica Nazionale 2025

 

Il panorama del risarcimento del danno da responsabilità medica in Italia sta vivendo una trasformazione storica. Dopo anni di attesa, la Legge n. 24/2017, nota come Legge Gelli-Bianco, trova finalmente piena attuazione con l'introduzione della Tabella Unica Nazionale (TUN) attraverso il D.P.R. n. 12 del 13 gennaio 2025. Entrata in vigore il 5 marzo 2025, questa riforma introduce un sistema di calcolo omogeneo per i danni non patrimoniali di non lieve entità, ovvero le lesioni all'integrità psicofisica con postumi permanenti superiori al 9%.  

 

Questa non è una mera modifica tecnica, ma un cambiamento di paradigma che mira a risolvere un'annosa questione di disuguaglianza. Fino ad oggi, l'entità di un risarcimento poteva variare drasticamente a seconda del Tribunale competente. La nuova Tabella Unica si propone di bilanciare due esigenze fondamentali: da un lato, garantire un trattamento equo e uniforme a tutte le vittime di malasanità, come impone il principio di uguaglianza; dall'altro, assicurare una maggiore prevedibilità dei costi per il sistema sanitario e le compagnie assicurative, un obiettivo chiave della Legge Gelli-Bianco per la sostenibilità del sistema.  

Questo articolo non si limiterà a descrivere la nuova tabella, ma la inquadrerà nel più ampio e dinamico contesto della giurisprudenza. Analizzeremo come le più recenti e significative sentenze della Corte di Cassazione, emesse tra il 2024 e il 2025, stiano costruendo un sistema di tutele sempre più solido per il paziente, offrendo una visione completa e aggiornata dei diritti di chi ha subito un danno e cerca giustizia.

 

Un Passo Verso l'Equità: Perché la Tabella Unica Nazionale Era Necessaria

L'introduzione della Tabella Unica Nazionale non è un capriccio del legislatore, ma la risposta a una profonda esigenza di equità e certezza del diritto, sentita da decenni sia dai cittadini che dagli operatori del settore. Per comprendere la portata di questa innovazione, è essenziale guardare al sistema che l'ha preceduta.

 

Il Passato: Disparità di Trattamento tra i Tribunali Italiani

Prima del 2025, il sistema di liquidazione del danno biologico grave era caratterizzato da una frammentazione che generava profonde ingiustizie. In assenza di un riferimento normativo nazionale, i giudici si affidavano a tabelle elaborate localmente dai singoli tribunali. Sebbene le più diffuse e autorevoli fossero quelle del Tribunale di Milano, riconosciute dalla stessa Cassazione come parametro di riferimento per l'equità, il loro utilizzo non era vincolante.  

Questa situazione creava una vera e propria "giustizia a macchia di leopardo": un paziente che subiva un danno a Roma poteva ottenere un risarcimento significativamente diverso, a volte quasi doppio, rispetto a un paziente con un danno identico la cui causa veniva discussa a Milano. Questa disparità di trattamento, basata unicamente sulla geografia del tribunale, minava la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario e rendeva estremamente difficile per le strutture sanitarie e le assicurazioni prevedere i costi legati ai sinistri.  

 

 

 

Gli Obiettivi della Riforma: Certezza del Diritto e Prevedibilità dei Risarcimenti

La Tabella Unica Nazionale nasce con il chiaro obiettivo di superare queste criticità. Il suo scopo primario è garantire "l'uniformità, l'omogeneità e la certezza nella liquidazione dei danni non patrimoniali". Questo significa che, a parità di danno, età e sofferenza, il risarcimento di base sarà lo stesso da Nord a Sud, eliminando la "lotteria" geografica.  

Questo nuovo standard offre vantaggi per tutti gli attori coinvolti. I pazienti possono contare su parametri chiari e certi, sapendo che il loro diritto al risarcimento non dipenderà più dal luogo in cui è stato commesso l'errore medico. Le strutture sanitarie e le compagnie di assicurazione, d'altro canto, beneficiano di una maggiore "calcolabilità e prevedibilità dei relativi costi", un fattore che può facilitare la gestione del rischio e favorire accordi transattivi più rapidi ed equi, evitando lunghe e costose battaglie legali.  

Tuttavia, la standardizzazione non deve significare spersonalizzazione. Sebbene la TUN fornisca un criterio oggettivo, essa prevede meccanismi per adeguare il risarcimento alla sofferenza unica e personale della vittima. In questo nuovo contesto, il ruolo dell'avvocato specializzato diventa ancora più cruciale: la battaglia legale si sposta dalla scelta della tabella più favorevole alla capacità di costruire un solido impianto probatorio (attraverso perizie, testimonianze e documenti) per dimostrare la necessità di applicare i correttivi personalizzanti previsti dalla legge.

 

Come Funziona la Nuova Tabella Unica: Guida Pratica al Calcolo del Danno

Comprendere il meccanismo di funzionamento della nuova Tabella Unica è fondamentale per chiunque si trovi ad affrontare una richiesta di risarcimento per danno medico. Il sistema, pur basandosi su calcoli attuariali complessi, poggia su alcuni pilastri concettuali chiari.

 

I Pilastri del Calcolo: Punto Biologico, Età e Danno Morale

Il nuovo sistema di liquidazione del danno biologico per invalidità permanenti dal 10% al 100% si fonda su tre elementi principali:  

Il Valore del Punto Biologico: Il calcolo parte da un valore monetario assegnato a ogni punto percentuale di invalidità. Questo valore non è fisso, ma cresce in modo più che proporzionale all'aumentare della gravità del danno (il cosiddetto "moltiplicatore biologico"). Il valore di partenza per il primo punto di invalidità è stato fissato in 947,30 Euro, allineandosi a quello previsto per le lesioni di lieve entità (micropermanenti).  

Il Coefficiente di Riduzione per Età: L'importo ottenuto dal valore punto viene poi corretto in base all'età della persona danneggiata al momento del sinistro. Un "demoltiplicatore demografico" riduce progressivamente il risarcimento all'aumentare dell'età, secondo il principio per cui un danno permanente avrà un impatto sulla qualità della vita per un numero minore di anni in una persona più anziana rispetto a una più giovane.  

a Personalizzazione del Danno: Qui risiede l'aspetto più innovativo e delicato. La Tabella Unica integra la valutazione della sofferenza interiore (danno morale) direttamente nel calcolo. Il giudice, una volta determinato l'importo base, può aumentarlo applicando un "moltiplicatore morale" graduato (minimo, medio, massimo) per tenere conto del dolore, della paura e dell'angoscia concretamente subiti dalla vittima. Inoltre, qualora la menomazione incida in maniera rilevante su specifici e documentati aspetti dinamico-relazionali (come la capacità di coltivare hobby, praticare sport, avere una vita affettiva), il giudice può disporre un ulteriore aumento fino al 30% dell'importo già personalizzato.  

 

Esempi Concreti: Confronto tra il Sistema Attuale e le Vecchie Tabelle

Per rendere tangibile l'impatto della riforma, è utile confrontare i risarcimenti previsti dalla nuova Tabella Unica con quelli liquidati in passato secondo le tabelle di Milano e Roma. I dati mostrano un chiaro effetto di "normalizzazione", con un riallineamento dei valori.

Confronto Risarcimenti per un Paziente di 40 Anni (Valori Indicativi)

Grado di InvaliditàRisarcimento con Nuova TUN (2025)Risarcimento con Tabella Milano (pre-2025)Risarcimento con Tabella Roma (pre-2025)
30%123.525 Euro118.833 Euro120.921 Euro
60%382.490 Euro405.034 Euro515.128 Euro
90%717.244 Euro690.514 Euro1.271.041 Euro

Fonte: Elaborazione su dati D.P.R. 12/2025  

Come si evince dalla tabella, la TUN tende ad aumentare leggermente i risarcimenti per le invalidità medio-basse rispetto a Milano, mentre riduce significativamente gli importi per le invalidità più gravi rispetto ai valori, talvolta molto elevati, del foro di Roma. L'obiettivo è chiaro: non più risarcimenti "record" o "minimi" a seconda del tribunale, ma un parametro nazionale equo e prevedibile.

 

La Parola alla Cassazione: Le Sentenze Chiave del 2024-2025 che tutelano il Paziente

La quantificazione del danno è solo l'ultimo passo di un percorso legale complesso. Prima di arrivare al calcolo, è necessario dimostrare la responsabilità del medico o della struttura sanitaria. In questo campo, la Corte di Cassazione ha emesso, nel biennio 2024-2025, una serie di sentenze fondamentali che rafforzano la posizione del paziente, riconoscendone la strutturale debolezza informativa e processuale. Queste decisioni non sono isolate, ma delineano una tendenza chiara: riequilibrare il rapporto tra paziente e sistema sanitario, facilitando l'accesso alla giustizia per chi ha subito un torto.

 

L'Onere della Prova si Inverte: la Struttura Sanitaria Deve Dimostrare di Aver Agito Correttamente (Cass. civ., ord. n. 5922/2024)

Una delle sentenze più significative è l'ordinanza della Corte di Cassazione, Sez. III Civile, n. 5922 del 5 marzo 2024. Questa pronuncia ha ribadito e consolidato un principio cruciale in materia di onere della prova. Il paziente che agisce in giudizio per un danno medico non deve dimostrare la colpa del medico (cioè l'imperizia o la negligenza), ma deve limitarsi a provare due elementi: l'esistenza di un rapporto contrattuale (o "contatto sociale") con la struttura sanitaria e l'aggravamento delle proprie condizioni di salute (il danno) in seguito alla prestazione ricevuta.  

Una volta che il paziente ha fornito questa prova, scatta una presunzione di colpa a carico della struttura. Sarà quest'ultima, per andare esente da responsabilità, a dover dimostrare che la prestazione è stata eseguita in modo diligente e corretto, oppure che il danno è stato causato da un evento imprevedibile e inevitabile, non imputabile ai sanitari. Questo "alleggerimento" dell'onere probatorio è un meccanismo di riequilibrio fondamentale, che riconosce la difficoltà per un paziente di accedere a tutte le informazioni tecniche e cliniche necessarie a provare un errore medico.  

 

Malattie Pregresse e Risarcimento: Non Sempre un Taglio Automatico al Danno (Cass. civ., ord. n. 17006/2025)

Un'altra tattica difensiva comune è quella di attribuire il danno, o parte di esso, a patologie preesistenti del paziente, al fine di ottenere una riduzione del risarcimento. Su questo punto è intervenuta in modo dirimente la Corte di Cassazione, Sez. III Civile, con l'ordinanza n. 17006 del 24 giugno 2025. La Corte ha stabilito che la mera presenza di una malattia precedente non comporta automaticamente una diminuzione del risarcimento.  

Bisogna distinguere tra una patologia "coesistente", che esiste ma non ha avuto alcun ruolo causale nell'aggravamento prodotto dall'errore medico (e che quindi è irrilevante ai fini del risarcimento), e una patologia "concorrente", che ha effettivamente contribuito, insieme alla condotta colposa del medico, a determinare il danno finale. La Cassazione ha chiarito che l'onere di dimostrare che la patologia pregressa abbia avuto un ruolo "concorrente" spetta alla struttura sanitaria o al medico che si difende. In assenza di tale prova rigorosa, il danno va liquidato come se il paziente fosse stato sano.  

 

La Perizia Medico-Legale (CTU): una Garanzia Fondamentale per l'Accertamento della Verità (Cass. civ., sent. n. 15594/2025)

L'esito di una causa di responsabilità medica dipende quasi sempre dalla Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU), ovvero la perizia medico-legale disposta dal giudice per accertare la sussistenza dell'errore e il nesso causale. La Legge Gelli-Bianco ha previsto che, in questi giudizi, la CTU debba essere affidata a un collegio di periti, composto da un medico legale e da uno o più specialisti nella materia coinvolta.

La Corte di Cassazione, Sez. III Civile, con la sentenza n. 15594 dell'11 giugno 2025, ha stabilito che questo obbligo di collegialità è inderogabile. La sua violazione, ovvero l'affidamento della perizia a un unico consulente, determina la nullità della CTU stessa e, di conseguenza, della sentenza che si fonda su di essa. Si tratta di una garanzia di importanza capitale per il paziente, poiché assicura che l'accertamento tecnico, cuore del processo, sia il più possibile accurato, completo e imparziale, riducendo il rischio di valutazioni unilaterali o errate.  

 

 

 

Oltre il Danno Biologico: Le Altre Voci di Danno che il Paziente Può Richiedere

Il risarcimento per un errore medico non si esaurisce nella liquidazione del danno biologico secondo la Tabella Unica Nazionale. La sofferenza di un paziente è un'esperienza complessa, che può toccare diverse sfere della vita. L'ordinamento giuridico riconosce altre forme di pregiudizio, la cui dimostrazione è essenziale per ottenere un ristoro completo e giusto.

 

La Perdita di Chance: Quando un Ritardo Diagnostico Nega una Possibilità di Guarigione

Il danno da perdita di chance è una delle figure giuridiche più importanti e delicate in ambito sanitario. Si configura quando un errore medico, come una diagnosi omessa o tardiva, non causa direttamente un danno, ma priva il paziente di concrete e apprezzabili possibilità di ottenere un risultato migliore (come la guarigione, la sopravvivenza o una migliore qualità della vita).  

In questi casi, non si risarcisce il "bene salute" perduto, ma la "possibilità" stessa di conservarlo. Se si può dimostrare, secondo un criterio di probabilità statistica e logica, che un intervento tempestivo e corretto avrebbe offerto al paziente una significativa chance in più di un esito favorevole, quella "sottrazione di possibilità" costituisce un danno autonomamente risarcibile. La giurisprudenza più recente sta affinando i criteri per la quantificazione di questo danno, che viene solitamente liquidato in via equitativa in proporzione alla percentuale di chance perduta.  

 

Il Diritto all'Autodeterminazione: Il Risarcimento per Violazione del Consenso Informato

Il rapporto tra medico e paziente si fonda su un'alleanza terapeutica che ha il suo cardine nel consenso informato. Il paziente ha il diritto di essere informato in modo chiaro e completo sulla diagnosi, sulla natura del trattamento proposto, sui suoi rischi, sui benefici e sulle possibili alternative terapeutiche, per poter prendere una decisione libera e consapevole.  

La violazione di questo obbligo informativo lede il diritto fondamentale all'autodeterminazione della persona. Questo significa che, anche se l'intervento chirurgico è stato eseguito a regola d'arte e ha avuto un esito positivo, il paziente ha comunque diritto a un risarcimento se non è stato correttamente informato. Il danno risarcibile, in questo caso, non è alla salute, ma alla libertà di scelta. Per ottenerlo, il paziente deve allegare e provare che, se avesse ricevuto le informazioni corrette, avrebbe rifiutato l'intervento o avrebbe optato per una soluzione terapeutica diversa. La recente giurisprudenza, come la sentenza della Cassazione civile n. 30858/2024, continua a ribadire la centralità di questo principio a tutela della dignità del paziente.  

 

 

Perché è Cruciale l'Assistenza di uno Studio Legale

Il nuovo quadro normativo e giurisprudenziale del 2025, pur offrendo tutele maggiori e parametri più certi, ha reso la materia della responsabilità medica ancora più tecnicamente complessa. La standardizzazione introdotta dalla Tabella Unica Nazionale sposta inevitabilmente il fulcro della battaglia legale: non si discute più su quale tabella applicare, ma sulla capacità di dimostrare in modo rigoroso e convincente tutti gli elementi che consentono la personalizzazione del risarcimento.

Provare la sofferenza soggettiva per ottenere l'applicazione del moltiplicatore morale, documentare l'impatto del danno sugli aspetti dinamico-relazionali per giustificare l'aumento del 30%, accertare il nesso causale alla luce dei principi sull'onere della prova, quantificare una perdita di chance o dimostrare una violazione del consenso informato sono attività che richiedono una competenza giuridica altamente specialistica, una profonda conoscenza della giurisprudenza più recente e la capacità di interfacciarsi efficacemente con i consulenti medico-legali.

In questo scenario, affidarsi a un avvocato esperto in danno medico non è un'opzione, ma una necessità imprescindibile per veder tutelati i propri diritti e per massimizzare le possibilità di ottenere il giusto e integrale risarcimento per il danno subito. 

Ubi non est justitia, ibi non potest esse jus. (Dove non c'è giustizia, non può esserci diritto. - Cicerone)

Se noi riconosciamo che errare è dell'uomo, non è crudeltà sovrumana la giustizia? (Luigi Pirandello)

Se tu o un tuo familiare ritenete di essere stati vittime di un errore medico, è fondamentale agire tempestivamente per tutelare i vostri diritti. Il team dello Studio Legale MP è a vostra disposizione per una prima consulenza gratuita e senza impegno, per analizzare il vostro caso alla luce delle ultime novità normative e giurisprudenziali e per guidarvi nel percorso verso l'ottenimento della giustizia che meritate. Contattateci oggi stesso per fissare un appuntamento.

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  • 10 settembre 2025
  • Marco Panato

Autore: Avv. Marco Panato


Avv. Marco Panato -

Avv. Marco Panato, avvocato del Foro di Verona e Dottore di Ricerca in Diritto ed Economia dell’Impresa – Discipline Interne ed Internazionali - Curriculum Diritto Amministrativo (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Verona).

E' autore di pubblicazioni scientifiche in materia giuridica, in particolare nel ramo del diritto amministrativo. Si occupa anche di docenza ed alta formazione.