
Investire un pedone è tra gli incubi di ogni automobilista, e spesso si pensa che chi guida sia sempre dalla parte del torto. In effetti, la legge impone un rigoroso obbligo di prudenza a carico di chi conduce un veicolo: l’art. 2054 cod. civ. stabilisce che, in caso di investimento, vige una presunzione di colpa a carico dell’automobilista, a meno che questi provi di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Ciò significa frenare in tempo, procedere a velocità adeguata e prestare la massima attenzione ai pedoni. Tuttavia, come scriveva Shakespeare, "La colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma di noi stessi". In altre parole, non sempre la responsabilità è solo di chi sta al volante: se il pedone adotta un comportamento spericolato o imprevedibile, anche lui può essere considerato corresponsabile dell’incidente.
Il pedone sulle strisce: non ha sempre ragione
Tradizionalmente si ritiene che sulle strisce pedonali il passante abbia sempre ragione. Eppure la Cassazione ha smentito questo luogo comune con una pronuncia emblematica. In un caso recente, un pedone è stato travolto da un autobus proprio mentre attraversava sulle strisce. A prima vista la colpa sembrerebbe tutta dell’autista; ma le telecamere di bordo hanno raccontato un’altra storia: il pedone si era lanciato in strada all’improvviso, senza guardare, oltretutto con la visuale coperta da un ombrello. Nonostante la frenata, l’impatto è stato inevitabile. La Suprema Corte, con un’ordinanza depositata il 4 luglio 2025, ha confermato che in simili frangenti la responsabilità può essere divisa a metà. Infatti, pur trovandosi sulle strisce, il comportamento imprudente del pedone ha contribuito in modo determinante al sinistro. Il risultato? Colpa al 50% per ciascuno e risarcimento dimezzato per il danneggiato (Cass. civ., Sez. III, ord. n. 18313/2025 del 4 luglio 2025).
Semaforo rosso: concorso di colpa o colpa esclusiva?
Un’altra situazione complessa è l’attraversamento con il semaforo pedonale che diventa rosso a metà strada. Immaginiamo un pedone che inizi ad attraversare col verde, ma venga investito perché la luce è tornata rossa mentre era ancora sulle strisce. Il conducente, in questi casi, spesso tenta di invocare il concorso di colpa del pedone sostenendo che avrebbe dovuto aspettare il verde successivo. Su questo tema la Cassazione, con ordinanza n. 21761/2025 del 29 luglio 2025, ha offerto chiarimenti importanti. Nel caso esaminato, un pedone stava completando l’attraversamento quando veniva colpito da un’auto sopraggiunta a velocità sostenuta. La Corte d’Appello aveva attribuito un 50% di colpa al pedone, ma la Cassazione ha cassato questa decisione. Gli “ermellini” hanno ribadito che l’automobilista può ridurre la propria responsabilità solo dimostrando che il comportamento del pedone è stato non solo imprudente, ma anche del tutto anomalo e imprevedibile. In quel caso concreto, al contrario, l’autista non aveva adottato una condotta abbastanza cauta (velocità non adeguata), mentre il pedone stava semplicemente terminando di attraversare. Dunque la presunzione di colpa a carico del conducente non era affatto vinta e la colpa principale restava in capo a chi guidava. Il principio affermato è chiaro: finché il pedone si comporta in modo ordinario (anche se colto dal rosso a metà attraversamento), l’automobilista resta presumibilmente responsabile al 100% (Cass. civ., Sez. III, ord. n. 21761/2025).
Fuori dalle strisce: pedone principalmente responsabile
Scenario opposto: il pedone che attraversa fuori dalle strisce. Qui interviene anche l’art. 190 del Codice della Strada, che obbliga i pedoni a servirsi delle zebre e, se mancano, ad attraversare con prudenza senza creare pericolo. Una recente ordinanza della Cassazione ha ribadito che, se il pedone ignora queste regole e viene investito, rischia di vedersi imputare la gran parte della colpa. Nell’episodio esaminato (Cass. civ., Sez. III, ord. n. 26670/2025 del 3 ottobre 2025), una persona aveva attraversato in mezzo alla strada, di sera, con ottima visibilità, venendo urtata da un autobus che procedeva a velocità moderata. I giudici hanno ritenuto prevalente la responsabilità del pedone: chi attraversa fuori dalle strisce deve dare precedenza ai veicoli e guardare con attenzione. Se non lo fa, e l’automobilista stava guidando in modo regolare, il pedone subirà una forte riduzione del risarcimento ai sensi dell’art. 1227 cod. civ. In questo caso concreto la colpa del pedone è stata quantificata addirittura al 75%, lasciando solo il 25% a carico del conducente. In altre parole, fuori dalle strisce pedonali il rischio di vedersi attribuire la maggior parte della colpa è elevato, a meno che si dimostri che il guidatore ha commesso gravi imprudenze.
Responsabilità penale: il principio del "in dubio pro reo"
Da queste vicende emerge un ulteriore spunto: sul piano penale, la colpa del conducente viene meno se il comportamento del pedone è stato davvero imprevedibile. In ambito civile si parla di concorso di colpa e si riduce il risarcimento, ma nelle ipotesi più estreme il giudice penale può persino escludere la responsabilità dell’automobilista. Secondo la Cassazione, il conducente è del tutto esente da colpa quando neppure il più prudente degli automobilisti avrebbe potuto evitare l’impatto. In tal caso, prevale il principio "in dubio pro reo": ogni dubbio va a favore dell’imputato. Ad esempio, se un pedone sbuca correndo tra le auto in sosta senza preavviso, venendo investito, l’automobilista non ne risponderà penalmente (Cass. pen., Sez. IV, sent. n. 13156/2025). Chiaramente si tratta di situazioni limite, che non eliminano però l’obbligo generale di attenzione per chi guida.
In conclusione, essere pedoni non significa avere sempre ragione. La legge tutela fortemente chi viene travolto sulle strisce o in altre circostanze, ma esige un comportamento diligente da parte di tutti. Ogni caso va valutato concretamente: il giudice esamina le velocità, la condotta del pedone, la visibilità, eventuali prove video (spesso decisive), e solo alla luce di tutti questi elementi ripartisce la colpa. Per le vittime di un investimento, conoscere questi principi è fondamentale per capire a quale risarcimento si ha diritto; allo stesso modo, per gli automobilisti coinvolti può fare la differenza raccogliere immediatamente prove e testimonianze a proprio discarico.
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Redazione - Staff Studio Legale MP