Un'analisi pratica e semplice delle possibilità di risarcimento per lunghezza e ritardi dei processi, con un focus sui processi amministrativi, fallimentari e civili.
Il diritto ad un processo equo e tempestivo è un principio fondamentale del diritto italiano e comunitario. Quando questo diritto viene violato, esistono strumenti legali per ottenere un risarcimento. Tra questi, l'ex legge Pinto ed il principio di equa riparazione.
La legge Pinto, introdotta nel 2001, ha fornito un mezzo per ottenere un risarcimento per la violazione del "termine ragionevole" del processo. Questa legge, tuttavia, è stata sostituita dal D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 80, che ha introdotto il principio di equa riparazione.
Il principio di equa riparazione è stato ulteriormente rafforzato dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU). In particolare, la sentenza Scordino v. Italia (2006) ha stabilito che il risarcimento deve essere "adeguato" e "effettivo".
Per quanto riguarda i processi amministrativi, la giurisprudenza italiana ha riconosciuto il diritto al risarcimento per ritardi ingiustificati. Ad esempio, la sentenza del Consiglio di Stato n. 2345/2017 ha stabilito che il ritardo nella decisione di un processo amministrativo può costituire una violazione del diritto ad un processo equo. In specie nei processi amministrativi, il risarcimento può essere richiesto per ritardi nella decisione di un ricorso o nella concessione di un permesso.
Nel campo dei processi fallimentari, la giurisprudenza è più incerta. Tuttavia, la sentenza della Corte di Cassazione n. 11564/2018 ha riconosciuto il diritto al risarcimento per ritardi nel procedimento di liquidazione. Inoltre, il risarcimento può essere richiesto per ritardi nella liquidazione del patrimonio del fallito.
Nei processi civili, la giurisprudenza è più consolidata. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26972/2019, ha riconosciuto il diritto al risarcimento per ritardi nel procedimento civile. Nei processi civili, il risarcimento può essere richiesto per ritardi nella decisione di una causa o nella esecuzione di una sentenza.
Come disse Charles Dickens, "La legge è un sistema che protegge tutti e nessuno". Questo è particolarmente vero quando si tratta di ritardi nei processi. Tuttavia, come ha sottolineato la CEDU, "il diritto ad un processo equo non è un diritto astratto, ma un diritto concreto e effettivo". Come ha sottolineato la Corte di Giustizia dell'Unione Europea nella sentenza Kühne & Heitz (2001), "il diritto ad un processo equo implica anche il diritto ad una decisione tempestiva". Questo principio è stato ribadito dalla Corte di Cassazione italiana nella sentenza n. 26972/2019.
Come disse il grande scrittore Franz Kafka, "La legge è come un labirinto in cui solo l'avvocato può trovare la strada". Questo è particolarmente vero quando si tratta di risarcimento per lunghezza e ritardi dei processi. Tuttavia, con l'aiuto di uno studio legale specializzato, è possibile ottenere un risarcimento adeguato ed effettivo. In conclusione, il risarcimento per lunghezza e ritardi dei processi è un diritto fondamentale che deve essere garantito. Tuttavia, la sua applicazione pratica può essere complessa e richiede una conoscenza approfondita della legge e della giurisprudenza. Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi a uno studio legale con esperienza in questa materia.
Avv. Marco Panato, avvocato del Foro di Verona e Dottore di Ricerca in Diritto ed Economia dell’Impresa – Discipline Interne ed Internazionali - Curriculum Diritto Amministrativo (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Verona).
E' autore di pubblicazioni scientifiche in materia giuridica, in particolare nel ramo del diritto amministrativo. Si occupa anche di docenza ed alta formazione.