Un'analisi pratica e semplice delle modalità e dei ricorsi possibili per la protezione internazionale per lo straniero e per immigrati, con un focus sulle ultime riforme e le modalità per regolarizzarsi.
La protezione internazionale rappresenta un diritto fondamentale per gli stranieri e gli immigrati che si trovano in una situazione di vulnerabilità. In Italia, come in molti altri paesi, esistono diverse modalità e ricorsi possibili per ottenere questa protezione.
La protezione internazionale può essere richiesta presentando una domanda presso la Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale. La domanda deve essere presentata entro 8 giorni dall'ingresso in Italia, ma è possibile presentarla anche successivamente in caso di motivi validi.
Se la domanda viene respinta, è possibile presentare un ricorso al Tribunale. Se anche il ricorso viene respinto, è possibile presentare un ulteriore ricorso alla Corte di Appello e, in ultima istanza, alla Corte di Cassazione.
La materia dell'immigrazione conosce ed ha conosciuto molte riforme e modifiche; in via esemplificativa, si segnalano le previsioni del Decreto Sicurezza Bis del 2019, che hanno introdotto alcune modifiche importanti. Tra queste, la riduzione del termine per presentare il ricorso da 30 a 15 giorni e l'introduzione del divieto di ingresso in Italia per chi è stato espulso. Ancora, il Decreto Legge 21 ottobre 2020, n. 130, ha apportato rilevanti novità in materia di immigrazione e sicurezza. Inoltre, una modifica all'articolo 19 introdotta nel 2020 ha esteso il divieto di respingimento, espulsione o estradizione anche nell'ipotesi del rischio di violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare e del rischio persecutorio a causa dell'orientamento sessuale e di identità di genere.
La giurisprudenza italiana e comunitaria ha sottolineato l'importanza di garantire il diritto alla protezione internazionale. Ad esempio, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha stabilito nella sentenza M.S.S. contro Belgio e Grecia (2011) che il diritto alla protezione internazionale implica anche il diritto a condizioni di accoglienza dignitose.
Come ha scritto lo scrittore e attivista James Baldwin, "Nessuno lascia casa a meno che casa non sia la bocca di uno squalo". Questa frase sottolinea l'importanza di garantire una protezione adeguata agli immigrati, quando ve ne sono requisiti e presupposti.
In conclusione, la protezione internazionale è un diritto fondamentale per gli stranieri e gli immigrati. Tuttavia, il percorso per ottenere questa protezione può essere complesso e richiede una conoscenza approfondita della legge e della giurisprudenza. Per quanto riguarda il ricorso, è importante sottolineare che il ruolo di un avvocato esperto è fondamentale. L'avvocato può aiutare a preparare la domanda di protezione internazionale, a raccogliere le prove necessarie e a presentare il ricorso in caso di rifiuto. Il ricorso deve essere presentato avanti al Tribunale competente per il Riconoscimento della Protezione Internazionale. Ovviamente, l'avvocato può anche rappresentare l'immigrato durante l'udienza e presentare argomenti legali a suo favore.
Avv. Marco Panato, avvocato del Foro di Verona e Dottore di Ricerca in Diritto ed Economia dell’Impresa – Discipline Interne ed Internazionali - Curriculum Diritto Amministrativo (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Verona).
E' autore di pubblicazioni scientifiche in materia giuridica, in particolare nel ramo del diritto amministrativo. Si occupa anche di docenza ed alta formazione.
