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Esclusione dalle graduatorie GPS: come fare ricorso - Studio Legale MP - Verona

Cosa fare se un docente viene escluso dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze: procedure di ricorso e strumenti per ottenere il reinserimento.
La mancata inclusione o l’esclusione dalle graduatorie scolastiche (GPS) può compromettere le opportunità lavorative di un insegnante precario. Questo articolo spiega come reagire legalmente, quali rimedi sono previsti dall’ordinamento e fornisce esempi di sentenze recenti che hanno dato ragione ai docenti esclusi ingiustamente.
Escluso dalle graduatorie GPS? Scopri come presentare ricorso e tutelare i tuoi diritti di insegnante, con procedure, termini e sentenze favorevoli.

 

Cause principali di esclusione dalle GPS

Le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) sono elenchi provinciali di aspiranti docenti, suddivisi in fasce, utilizzati per l’assegnazione delle supplenze annuali e temporanee. Tuttavia, può accadere che un candidato venga escluso o depennato da queste graduatorie. Le cause di esclusione più comuni includono:

Mancanza dei requisiti di accesso: se l’aspirante non possiede il titolo di studio abilitante o i requisiti previsti per quella classe di concorso, la domanda viene rigettata (O.M. 88/2024, art. 7 comma 8).

Domanda incompleta o irregolare: omissioni nella compilazione della domanda online (ad esempio, dichiarazioni obbligatorie mancanti) comportano l’esclusione automatica per difetto di istruttoria (art. 7, c.5 O.M. 88/2024).

Titoli esteri non riconosciuti: chi ha conseguito abilitazioni o specializzazioni all’estero deve aver presentato la domanda di riconoscimento in Italia e allegato la relativa documentazione (dichiarazione di valore, attestati, ecc.) entro i termini. In mancanza di tali documenti, l’ufficio dispone l’esclusione (art. 7, c.12 O.M. 88/2024).

False dichiarazioni: fornire informazioni non veritiere o gonfiare il proprio punteggio costituisce motivo di esclusione dalle graduatorie per l’intera validità del biennio, fatte salve eventuali responsabilità penali.

Classi di concorso soppresse o “ad esaurimento”: in alcuni casi particolari, come per la classe A066 (Informatica gestionale) dichiarata ad esaurimento, l’Amministrazione ha escluso nuovi inserimenti di docenti abilitati in quella classe. Situazioni simili possono dar luogo a contenziosi, poiché docenti qualificati si vedono precluso l’accesso alle graduatorie pur avendo titoli idonei.

La normativa di riferimento per le GPS 2024/2026 è l’O.M. n. 88/2024, che all’art. 7 elenca dettagliatamente cause e condizioni di esclusione. È importante leggere attentamente il provvedimento di esclusione notificato (o gli allegati al decreto di pubblicazione delle graduatorie) per conoscere la motivazione precisa ed eventualmente correggere errori formali prima di ricorrere.

Come contestare l’esclusione: ricorso al TAR e altri rimedi

Di fronte a un provvedimento di esclusione ingiusto, l’ordinamento prevede strumenti di tutela – ubi ius, ibi remedium, come recita un noto brocardo latino. In particolare, è possibile impugnare l’atto di esclusione attraverso:

Ricorso giurisdizionale al T.A.R.: è il mezzo più efficace. Il ricorso va proposto al Tribunale Amministrativo Regionale competente (di norma, quello della regione in cui ha sede l’Ufficio Scolastico che ha emanato l’atto) entro 60 giorni dalla pubblicazione o notifica dell’esclusione. Davanti al TAR si può chiedere l’annullamento del provvedimento e, in via d’urgenza, una sospensiva cautelare per essere reinseriti subito con riserva nelle graduatorie, in attesa della decisione finale.

Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica: alternativa al TAR, da presentare entro 120 giorni. È un ricorso amministrativo gerarchico che non prevede udienza pubblica e viene deciso con il parere del Consiglio di Stato. Può essere utile in casi meno urgenti o per chi ha superato il termine dei 60 giorni, ma ha tempi più lunghi e non consente misure cautelari immediate come invece avviene col TAR.

Reclamo o diffida all’amministrazione: in parallelo o prima del ricorso, si può inviare un’istanza di riesame (reclamo) all’Ufficio Scolastico Provinciale o al Ministero, segnalando l’errore ed esibendo eventuali prove (ad esempio, se l’esclusione è dovuta a un errore di valutazione dei titoli). Spesso l’amministrazione conferma il proprio operato, ma il reclamo può talvolta portare a una correzione in autotutela. In ogni caso, l’aver presentato diffida o reclamo non sospende i termini per il ricorso giurisdizionale.

Giudice del Lavoro: in situazioni particolari attinenti al rapporto di lavoro (ad esempio, docenti già di ruolo che subiscono un’esclusione dalle graduatorie per motivi connessi al servizio), si potrebbe valutare un ricorso al Tribunale ordinario in funzione di giudice del lavoro. In generale, però, l’esclusione dalle graduatorie pubbliche resta materia da contestare davanti al giudice amministrativo, salvo specifiche eccezioni.

Il ricorso al TAR rimane dunque la strada principale per ottenere giustizia in tempi rapidi. È fondamentale rispettare il termine di 60 giorni: decorso quel periodo, l’atto diventa definitivo (salvo il ricorso straordinario, che però è meno incisivo). Inoltre, grazie al ricorso al TAR si può ottenere un provvedimento cautelare favorevole prima dell’inizio dell’anno scolastico, evitando di perdere incarichi di supplenza durante l’attesa del giudizio di merito.

Casi e sentenze recenti a favore dei docenti esclusi

Negli ultimi tempi numerosi docenti esclusi dalle GPS hanno ottenuto pronunciamenti favorevoli dai tribunali, creando precedenti importanti. Eccone alcuni esempi significativi:

Titoli esteri e inserimento con riserva: la giurisprudenza ha costantemente riconosciuto il diritto dei docenti abilitati all’estero ad essere inclusi nelle graduatorie con riserva in attesa del riconoscimento del titolo. In una recente sentenza, il TAR Lazio ha annullato l’esclusione di una docente il cui titolo conseguito in Romania era ancora in fase di riconoscimento, ribadendo che l’Amministrazione deve applicare la normativa di settore che consente l’inserimento con riserva (TAR Lazio, Sez. III bis, sent. n. 11303/2025). Allo stesso modo, un’altra pronuncia ha accolto il ricorso di un gruppo di insegnanti di sostegno specializzati all’estero, illegittimamente esclusi dagli elenchi aggiuntivi della I fascia GPS solo perché il riconoscimento formale del titolo non era avvenuto entro la data fissata (TAR Lazio, Sez. IV bis, sent. n. 12970/2025). In queste decisioni i giudici amministrativi hanno sottolineato che un’interpretazione troppo restrittiva delle regole – tale da penalizzare chi ha un titolo estero in corso di riconoscimento – contrasta con i principi di parità di trattamento e con la normativa emergenziale (es. art. 59, c.4 D.L. 73/2021) volta a favorire il reclutamento dei docenti specializzati.

Esclusione per classe di concorso ad esaurimento (A066): la vicenda dei docenti della classe A066 – inizialmente esclusi perché la classe di concorso era stata dichiarata “ad esaurimento” – dimostra che vale la pena insistere. Il Tribunale di Roma, in più sentenze, ha dato ragione a questi insegnanti, affermando che bloccare nuovi ingressi in A066 senza una chiara ricollocazione equivale a una discriminazione irragionevole. In particolare, con una pronuncia del 2025 il giudice del lavoro ha confermato il diritto all’inclusione in II fascia GPS anche per docenti A066 mai inseriti in precedenza, ritenendo illegittimo precludere loro l’accesso alle supplenze (Trib. Roma, Sez. Lav., sent. n. 4139/2025). Tali sentenze, ormai passate in giudicato, hanno aperto la strada al reinserimento stabile di molti ricorrenti in possesso dei titoli.

Errori nei punteggi o nelle valutazioni: altri casi hanno riguardato esclusioni dovute a errori materiali dell’amministrazione (ad es. punteggi calcolati in modo errato, servizi o titoli non valutati). In queste ipotesi, i giudici hanno ordinato la rettifica delle graduatorie e la riammissione dei docenti esclusi, talora riconoscendo anche un risarcimento del danno qualora la perdita dell’incarico abbia comportato un concreto pregiudizio economico.

Questi precedenti dimostrano che il ricorso, quando fondato, può realmente ribaltare la situazione. “Fiat iustitia, ruat caelum”: la giustizia può trionfare anche contro atti apparentemente definitivi, ristabilendo i diritti degli insegnanti esclusi.

Cosa fare in concreto dopo l’esclusione

Di seguito alcuni consigli pratici per gli insegnanti esclusi dalle graduatorie, utili a preparare al meglio il ricorso:

Verificare la motivazione: leggere attentamente il provvedimento di esclusione o l’elenco degli esclusi pubblicato, per capire il motivo specifico (es. “titolo di accesso non valido”, “domanda incompleta”, ecc.). Ciò permette di orientare la strategia di difesa in modo mirato.

Raccogliere la documentazione: preparare copia della domanda presentata, delle ricevute di invio, dei titoli di studio e di servizio dichiarati, nonché ogni altro documento utile a dimostrare il possesso dei requisiti. Se il problema riguarda un titolo estero, includere copia della domanda di riconoscimento presentata al Ministero e le eventuali comunicazioni ricevute riguardo a tale istanza.

Rispettare i termini: segnare con precisione la data di pubblicazione o notifica dell’esclusione. Da quel giorno decorrono i 60 giorni per il ricorso al TAR (o 120 giorni per l’eventuale ricorso straordinario). È consigliabile attivarsi subito: contattare un legale tempestivamente aiuterà a non avvicinarsi troppo alla scadenza, evitando il rischio di decadere dal diritto al ricorso.

Diffida e contatti con l’USP: valutare con il proprio avvocato se inviare subito una diffida all’Ufficio Scolastico competente, chiedendo il riesame in autotutela. In alcuni casi l’Amministrazione potrebbe riconoscere l’errore e riammettere il docente senza bisogno di giudizio; in ogni caso, l’invio di una diffida dimostra la volontà di far valere i propri diritti (e documenta l’eventuale inerzia dell’ufficio).

Chiedere una tutela cautelare: se si propone ricorso al TAR, è opportuno richiedere anche una misura cautelare (sospensiva) urgente. In tal modo il docente può ottenere dal giudice un provvedimento provvisorio di inserimento con riserva in graduatoria, in attesa della sentenza di merito. Ciò è fondamentale per non perdere le chiamate di supplenza dell’anno in corso mentre il ricorso è pendente.

Farsi assistere da un esperto: affidarsi a un avvocato con esperienza in diritto scolastico è determinante per impostare il ricorso in modo efficace. Un legale preparato saprà individuare i motivi di ricorso più solidi (violazioni di legge, eccesso di potere, difetto di motivazione…), citare la giurisprudenza favorevole e seguire tutte le formalità procedurali. Ogni caso presenta sfumature diverse, dunque un supporto qualificato aumenta le chance di successo.

Ricordiamo il celebre adagio di Bertolt Brecht: “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”. In altre parole, è sempre meglio attivarsi e far valere le proprie ragioni: anche se l’esito non è garantito, rinunciare significa invece accettare certamente l’ingiustizia.

In conclusione, non bisogna arrendersi a un provvedimento di esclusione che si ritiene errato o illegittimo. Molti docenti hanno ottenuto giustizia attraverso i ricorsi, tornando nelle graduatorie e potendo proseguire la propria carriera. Studio Legale MP mette a disposizione la propria esperienza nel diritto scolastico e amministrativo: se ti trovi in questa situazione, contattaci senza esitazione per una consulenza. Valuteremo il tuo caso specifico e ti aiuteremo a intraprendere il ricorso più adatto, tutelando i tuoi diritti e le tue aspirazioni professionali.

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  • 10 novembre 2025
  • Redazione

Autore: Redazione - Staff Studio Legale MP


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