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Indennizzo ed equa riparazione per la lunghezza dei processi

Grazie alla CEDU, anche in Italia è arrivata la normativa per ottenere indennizzo o risarcimento per l'irragionevole durata dei processi, a carico dello stato.

L'art. 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (approvata e ratificata in Italia con la l. n. 848/55) prescrive espressamente che “Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata”.

In particolare è con la cd. Legge Pinto, legge n. 89/2001, che l'Italia ha dato concreta e ultima attuazione al principio per cui il cittadino va indennizzato nel caso di un processo troppo lungo.

L'art. 2 al comma 2-bis dispone che si considera rispettato il termine ragionevole (...) se il processo non eccede la durata di tre anni in primo grado, di due anni in secondo grado, di un anno nel giudizio di legittimità. (...)”.

Il successivo comma 2-ter prevede che “si considera comunque rispettato il termine ragionevole se il giudizio viene definito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a sei anni”.

Quindi per tutti i processi ed i giudizi civili, fallimentari, esecutivi, pensionistici ed amministrativi se durano troppo, si può richiedere ed ottenere un risarcimento allo Stato (vanno valutati ovviamente in concreto i singoli casi).

ATTENZIONE: il risarcimento-indennizzo non è riconosciuto automaticamente: occorre avviare una causa tramite avvocato, con un procedimento avanti alla competente Corte di Appello.

La stessa Legge Pinto stabilisce che la Corte di Appello, ove riconosca il diritto, deve liquidare a titolo di equa riparazione una somma di denaro non inferiore a euro 400 e non superiore a euro 800 per ciascun anno (o frazione di anno superiore a sei mesi), con possibilità di aumenti o diminuzioni.

 

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Ci sono molte variabili e casistiche: ad esempio, sulla base dei parametri utilizzati dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, la giurisprudenza italiana della Cassazione ha indicato in tre anni la ragionevole durata del primo grado di giudizio, con un indennizzo che può anche dare tra € 1.000,00 ed € 1.500,00 per ogni anno superiore alla ragionevole durata (con la norma base che, però, lo limita dai € 400 agli € 800).

 

Spesso si può chiedere il risarcimento anche se si è perso il giudizio, la causa (vanno verificati i singoli casi).